Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
57%
 
 

Preparazione fisica: 48.29 %

 
Area: Amaro Prov: UD  anello  Medio Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 6.1 Km  Temp. Calcolato: 3:30 h
 Dislivello: 588 m  Vel. Calcolata: 1.8 Km/h
 Salita: 778 m  Alt. massima: 847 m
 Discesa: 778 m  Alt. minima: 259 m

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Autore: Marco Rossetto

Da Udine direzione Venzone, poi si prosegue passando per Carnia, superato quest'ultimo prendiamo direzione Tolmezzo, appena passato il ponte sul Fella tra Amaro e Carnia (UD) prendiamo la prima stradina a gomito a destra , superato il ponte del Rio Favarinis si trova subito a destra il parcheggio.

Partiamo superando il ponte ritornando verso la statale per circa 100 metri, incontriamo subito una stradina bianca che sale sulla destra e noi la imbocchiamo costeggiamo brevemente l'autostrada fino a quando la pendenza non si impenna bruscamente, si svolta a destra su sentierino nei pressi di 3 ceppaie (attenzione) e da li si inizia a salire a tornanti.

Si notano subito i bolli gialli e per il momento non ci si può sbagliare, il rumore dell'autostrada sottostante è un po' fastidiosa ma man mano che si sale esso diminuisce, la pendenza è piuttosto costante e decisa, ma nel frattempo alle nostre spalle comincia ad aprirsi il panorama sulla letto del Fella, su Carnia, sui ponti e successivamente anche sul Tagliamento.

Sul sentiero ad un certo punto si nota una bobina di cavo probabilmente per teleferica e successivamente una 'grondaia' per far scendere le legna, su percorso obbligato si arriva dunque a quota 550m nei pressi degli stavoli Badeit, composti da un box in lamiera chiuso a chiave e da un rudere sistemato che funge da legnaia e laboratorio.

Qui terminano per noi i segnavia gialli, e proprio di fronte a noi sull'altro versante orografico del Rio Favarinis a questo punto è possibile vedere gli stavoli Amariana di sotto, che successivamente saranno una tappa del nostro percorso.

Proseguiamo lungo il sentiero che passa di fronte allo stavolo in leggerissima discesa ; qui comincia il tratto in traverso che costeggierà la forra del rio Favarinis alternando continuamente tratti in salita, pianura e discesa, ed è questo il segmento in cui sarà indispensabile aumentare il livello di attenzione a causa della ristrettezza di alcuni pezzi del camminamento e della presenza quasi costante della forra sottostante (alcuni tratti esposti e se bagnati scivolosi).

Dopo aver superato numerosi impluvi secondari su sentiero abbastanza evidente circa al km 2,7 si scende sul greto del Favarinis ed è qui che bisogna essere capaci di osservazione e pazienza per ricercare una traccia.

In questo punto fermatevi e notate che siete nella confluenza di 3 rii, voi dovete risalire all'inizio a naso sulla sinistra idrografica del rio di mezzo, poi troverete alcuni ometti che vi indicheranno la via (poco marcata all'inizio, poi più evidente e ripida) da seguire per raggiungere gli stavoli Amariana di sotto.

Dall'ambiente più chiuso della forra in un battibaleno vi ritroverete su un bel prato aperto, e sopra di voi gli stavoli posti a 610m di quota, visto che anche successivamente si transiterà nuovamente nei pressi di questi edifici scegliete voi se fermarvi ora, al rientro o in entrambi i casi.

Fatto sta che dovete salire lungo il prato, superare gli edifici (anche una roulotte incredibilmente), e puntare ad una bassa muratura in calcestruzzo (acquedotto?) da cui parte verso sinistra un sentiero senza segnavia, dapprima in salita e poi quasi pianeggiante.

Dopo aver superato una targa commemorativa posta sulla destra e guadato un 'canale' fate attenzione a trovare sulla destra un sentiero (sempre senza segnavia) che sale nel bosco in direzione degli stavoli Amariana di sopra.

A questo punto i tratti esposti e scivolosi finiscono e dopo qualche tornantino si giunge al prato in basso rispetto agli stavoli e finalmente ai 750m di quota, sul prato subito dietro questi stavoli, piuttosto malconci ma non ancora completamente fatiscenti, sale una traccia in diagonale verso destra, seguendola si arriverà dopo un po' a una fermata di teleferica (con rudere lì dietro) e si entrerà in una bella faggeta.

Ancora poche fatiche e si arriverà in località Valeconin a quota 850m, con laghetto e stavoli ben conservati ma di proprietà privata, questo è il punto più alto dell'escursione e si può dire che qui terminano tutte le difficoltà di orientamento perché il rimanente percorso 415 in discesa è ottimamente segnalato dal CAI.

Si scende sempre dentro una faggeta lungo il bel sentiero costruito dall'esercito antecedentemente alla prima guerra mondiale, si incrocia una radura prativa prima e alcuni spezzoni di vecchi cavi di teleferica poi, raggiungiamo nuovamente gli stavoli Amariana di sotto e sempre lungo il 415 si rientra al luogo di partenza completando l'anello.

Merita una visita alla pozza e alla cascata lì vicino, così come ai resti di una vecchia fornace per la calce (cjalcinaria) nei pressi del ponte.

Periodo consigliato: tardo autunno-inverno- prima primavera. Vivamente sconsigliato in caso di pioggia, forte umidità o neve. Segnavia: all'inizio bolli gialli, tra gli stavoli Badeit e Valeconin nessun segnavia, poi CAI 415 per discesa.

Quota min : 270m
Quota max: 850m
Dislivello : 680m
Difficoltà: EE
Lunghezza : 6,8km
Tempo totale : 4h 10min


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Fotografie e Itinerario di Marco Rossetto


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