Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
73%
 
 

Preparazione fisica: 79.17 %

 
Area: Sella Nevea-Altopiano del Montasio Prov: UD  anello  Difficile
 Ferrata: SI Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 12.4 Km  Temp. Calcolato: 8:15 h
 Dislivello: 1251 m  Vel. Calcolata: 1.5 Km/h
 Salita: 1532 m  Alt. massima: 2750 m
 Discesa: 1532 m  Alt. minima: 1499 m

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 13-09-2020 - Anello dello Jof di Montasio

Abbiamo raggiunto la località turistica di Sella Nevea e da lì, tramite stretta rotabile in buone condizioni, i piani del Montasio dove c’è un grande parcheggio (1500 metri circa – coordinate GPS 46.408659, 13.438135). Il nostro itinerario inizia seguendo la strada asfaltata verso malga Montasio. Una volta raggiunta la malga prendiamo, a destra, la pista forestale senza numerazione CAI, cartello indicatore in loco.

La pista sale dolcemente verso nord e, verso quota 1670 metri, si trasforma in sentiero, aumentando la pendenza; salendo ancora il prato lascia posto ai ghiaioni. Ci stiamo avvicinando alle pareti rocciose del Montasio.

Poco sotto i 2200 metri, una breve deviazione a sinistra ci porta alla Forca Disteis a quota 2201 metri, bellissimo e particolare pulpito panoramico da dove si stacca il sentiero per il canalone Findenegg. Ritornati sui nostri passi continuiamo a salire addentrandoci in mezzo alle rocce. Ora il sentiero si fa più ripido ed insidioso causa ghiaino. Superiamo alcuni brevi passaggi attrezzati e lasciamo, a destra, la deviazione per il sentiero Leva, che faremo al ritorno, a quota 2430 metri circa.

Saliamo ancora e poco sopra i 2500 metri troviamo l’attacco della scala Pipan. Indossiamo l’imbragatura e iniziamo a percorrere questa scala di ferro verticale che copre un salto di circa 60 metri con 150 gradini. Finita la scala si sale su ripido sentiero ghiaioso e attrezzato che ci porta fino alla quota 2587 metri di Forca Verde.

Qui si svolta decisamente a sinistra e si inizia a salire l’ultimo tratto, una lunga traversata verso ovest che sale tra le rocce ci porta ad un traverso in falsopiano a circa 2700 metri.  Questo termina sotto la cima vera e propria. Ancora qualche decina di metri di salita e finalmente anche il Montasio è conquistato; campana e croce di vetta, siamo a 2753 metri di quota.

Panorama grandioso a 360 gradi complice una bellissima giornata di sole. Iniziamo la discesa, la tipologia di tracciato richiede concentrazione continua e attenzione a non scivolare e a non smuovere sassi, sotto ci sono molte persone e un sasso può diventare pericoloso. Raggiunta la scala Pipan scendiamo, ancora un breve tratto di ripido sentiero fino al bivio con il sentiero attrezzato Leva, che seguiamo a sinistra.

Si tratta di un lungo traverso in cengia, quasi tutto attrezzato, che passa in mezzo alle ripide pareti rocciose del Modeon del Montasio, con un panorama straordinario. Ci sono numerosissimi stambecchi, specialmente giovani, che incrociamo di continuo.

Il primo tratto è divertente e facile. Man mano che si prosegue, specialmente nel tratto prima della forca del Palone, le difficoltà aumentano dato che iniziano dei saliscendi, con ripida discesa finale sulla forca stessa a 2242 metri. Dalla Forca, se guardiamo sulle rocce verso nord-est, vedremo la bellissima faccia di pietra del “Guardiano” che sembra uscire dalla montagna.

Risaliamo dalla parte opposta della Forca sulle pendici del Terrarossa. Il primo tratto è assicurato con cavi, poi si arriva ad un pianoro dove, per superare un salto di roccia, c’è una scala a pioli fissata con cavi un po’ ballerina. La scala ci porta ad una breve cengia, il cui passaggio merita attenzione. La cengia sale ad un pianoro erboso dove togliamo l’imbrago.

Continuando su questo pendio raggiungiamo in breve il sentiero che porterebbe sulla vetta del Terrarossa a quota 2325 metri. Dopo una sosta per ammirare il paesaggio, scendiamo su comodo sentiero che dopo innumerevoli tornanti ci riporta sui piani del Montasio, nei pressi del rifugio Di Brazzà, dove ci concediamo una meritata e lunga sosta.

Per raggiungere il parcheggio seguiamo ora la strada con numerazione CAI 622.  Prendiamo il sentiero taglia i tornanti e ci porta in breve sull’ultimo tratto di strada che arriva diritto al parcheggio.

Giro lungo e faticoso ma in ambiente di straordinaria bellezza. Siamo tra le catene montuose più spettacolari del nostro bel Friuli. Troppo frequentata la cima dello Jof di Montasio, sulla scala Pipan c’era la coda; nessuno o quasi invece sul sentiero Leva. Tantissimi gli stambecchi, specialmente giovani che si potevano avvicinare facilmente.

Bisogna fare molta attenzione a non smuovere pietre e sassi e a quelli smossi dagli stambecchi, per questo è molto consigliato tenere indossato il caschetto.  Si può scendere dal Montasio per la via di salita, senza percorrere il Leva, riducendo così il dislivello a meno di 1300 metri e di conseguenza i tempi di percorrenza.

Lungo tutto il tragitto non vi è nessuna possibilità di rifornirsi d’acqua, portare appresso una scorta sufficiente. Carta Tabacco 019 o 027, sentieri attrezzati "Scala Pipan" e "Leva"e un tratto del sentiero CAI 622 dal rifugio Di Brazzà al parcheggio. 


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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini


Extra Track info aggiuntive traccia

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