Itinerari in Friuli Venezia Giulia

28-01-2018 – Anello del monte Covria da Peonis.

Sia che si arrivi da Peonis o da Trasaghis, tra i due paesi, più verso Peonis, c’è la deviazione per località Chianet che prenderemo, si sale questa stradina asfaltata e tortuosa e dopo sette tornanti, troviamo a destra, nei pressi di un grande cartello esplicativo, l’inizio del sentiero con indicazioni per val Planecis (320 metri coordinate GPS 46.26744, 13.043).

Si inizia lungo una bellissima e comoda mulattiera che sale tranquillamente, alternando anche lunghi traversi, nel bosco e, a tratti, su macerati, un po' meno comodi, con ampie visuali sulla pianura. Superati gli stavoli Chiaveneli, si prosegue fino a quando si arriva alla testata della valle che si risale su tornantini e in breve, dopo un bellissimo traverso tra i massi, si sbuca sul bellissimo pianoro di Planecis ( metri 598).

Costeggiamo il bordo sinistro della radura fino ai ruderi di una casa dove deviamo a sinistra (cartello per monte Covria) e iniziamo a rimontare il pendio del monte Covria in mezzo al bosco su sentiero ora meno visibile e segnato. Circa a 900 metri di quota , sulla sinistra , c’è un faggio secolare che qualcuno ha attrezzato con una serie di staffe, vorrei capire il perché, è un nuovo tipo di ferrata? Mah, non ho parole.

Questo sentiero ci porta su una carrareccia che sale dal Cuel de Forchia, a quota 950 metri circa, che seguiremo a sinistra fino al suo termine, dove inizia la parte più difficile dell’escursione. Si sale ad occhio, molto utile una traccia GPS come avevo io, seguendo prima il fondo di un canalone poi salendo verso destra dove abbiamo trovato tracce di un passaggio che seguiamo, con un occhio sul navigatore, e finalmente troviamo la cima con una piccola croce simbolica (1160 metri).

Noi abbiamo fatto la scelta di seguire la strada perché la nostra traccia GPS ci indicava così, ma ci dovrebbe essere una traccia che sale anche quasi di fronte a dove il sentiero esce sulla rotabile, dopo aver seguito per pochi metri la strada a sinistra ci dovrebbe essere un segnale su un sasso, sinceramente non l'ho visto, comunque, in ogni caso, non è impossibile basta tenere d'occhio il crinale a sinistra e puntare verso di esso quando la pendenza cala e il bosco si appiana.

Sosta d’obbligo anche per ammirare il bellissimo panorama verso la pianura e verso i pochi monti che si vedono, Cuarnan e Chiampon a sx, Cuar a dx, per citarne i più conosciuti. Per la discesa, visto che l’intenzione è di fare un anello, continuiamo lungo il crinale seguendo la mulattiera militare che a tratti è franata o invasa dalla vegetazione, bisogna fare attenzione, sia dove si mettono i piedi, sia a non perdere il sentiero, anche qui il navigatore aiuta parecchio.

Iniziamo a scendere, prima lentamente, poi tramite tornanti, dove sono ricomparsi i segnavia CAI, verso il Cuel de Forchia, in vista di esso, decidiamo di non scendere a destra per la traccia che si stacca dal sentiero e va giù verso la strada, ma proseguiamo diritti.

Questa scelta perché, guardando la cartina, abbiamo individuato una traccia che dovrebbe portarci sulla strada molto più avanti facendoci risparmiare tempo, ma non è così, troppo difficile seguirla, non sempre visibile passa in mezzo ad arbusti, rovi e alberi caduti, ce la facciamo, qui il navigatore aiuta solo dandoci una possibile direzione, e raggiungiamo la strada, evitando il Cuel de Forchia e parecchi tornanti.

Però tenendo conto del rischio, del tempo perso per seguirla e del fatto che abbiamo risparmiato solo 900 metri di strada, non ne vale la pena, molto meglio puntare subito al Cuel de Forchia, poi seguire la rotabile in direzine di Forgaria, dopo 2 tornanti, a quota 854 metri, si prende a sx una strada sterrata e la si segue lungamente fino a quando termina sulla strada asfaltata dove, a sx, dopo ancora due Km. raggiungeremo  il punto di partenza.

Percorso bellissimo all’inizio, stupende le prime fioriture di bucaneve, primule ed ellebori, più in basso anche i primi crocus, diventa impegnativo dopo quota 950 metri dove ti devi inventare il sentiero e anche nel primo tratto della discesa, serve la massima attenzione, lungo e noioso il rientro sulle strade. Sentiero CAI 816 e sentieri locali - carta Tabacco 020.