Itinerari in Friuli Venezia Giulia

 14-08-2015  Cima di Mezzo e pilastro o antecima est del Coglians.

Si sale fino al passo di Monte Croce Carnico (1360 metri – coordinate GPS 46.602595, 12.944025), grande parcheggio, da qui inizierà la nostra escursione. Si prende la mulattiera che va a casera Collinetta di sotto, verso ovest, ma subito dopo la si abbandona per il sentiero 146 che inizia a salire per ampie svolte, giunti a quota 1870, al bivio, ci teniamo a sinistra e superiamo un tratto attrezzato detto “La scaletta”, si tratta di un passaggio con cavo corrimano che scende attraverso dei gradini di roccia dentro un buco per uscirne sotto, molto suggestivo.

Appena superato questo passaggio ci teniamo a destra seguendo il sentiero 149 che sale diritto alla cima di Mezzo, ma è ancora lunga, si sale ora traversando sotto l’imponente parete sud della creta di Cjanevate. Ora inizia la parte più dura e suggestiva del percorso, si traversano le pareti della creta Monumenz, evitandone la cima, raggiungibile, volendo, con una breve deviazione, su gradoni di roccia aiutati da qualche cavo passamano, si raggiunge così la forcella Cjanevate (2488 metri), siamo in vista della nostra meta.

Si continua a salire rapidamente lungo gradoni di roccia e si giunge su un’antecima, poi in cresta, facendo attenzione al precipizio sulla nostra sinistra,  su terreno detritico raggiungiamo la vetta (2713 metri, campana e libro per la firma), panorama eccezionale e sosta d’obbligo. Abbiamo iniziato a camminare alle 07, adesso sono le 10 e 30, troppo presto per tornare indietro, ci balena l’idea di fare un’altra cima, nonostante i 1500 metri di dislivello già fatti, l’idea è il Coglians quindi si scende fino alla forcella Cjanevate, qui prendiamo il sentiero a destra che punta diretto, in rapida discesa, alla forca Monumenz (2307 metri).

Raggiunta la forcella continuiamo verso destra,in leggera discesa, sul sentiero 143, a quota 2275 metri vediamo, alla nostra destra, un cartello con scritto “pilastro del Coglians” sentiero 143a, dato che, sul Coglians ci siamo stati tutti e due e qua no, sarà questa la nostra seconda cima, tra l’altro una via con tratti alpinistici di primo e secondo grado per Escursionisti esperti, vogliamo provarci.

Si inizia subito tra roccette con un breve passaggio di primo grado, poi inizia la salita del faticosissimo e ripidissimo ghiaione, saliamo lentamente aiutandoci con le mani sulle rocce a sinistra dove è possibile fino alla testa del canalone detritico. Adesso inizia la parte alpinistica, si inizia verso sinistra rispetto ai bolli segnavia superando una placca rocciosa, poi si continua a salire rapidamente tra detriti, roccette e gradoni di roccia, nei punti più esposti c’è qualche spezzone di cavo con alcuni chiodi divelti, da usare solo come passamano.

Questo tratto ci diverte e ci fa dimenticare la fatica fatta, arriviamo sulla piccola cima quasi senza accorgercene, è stato più facile del previsto, siamo a quota 2750 metri, solo 30 metri più in basso del Coglians che vediamo li vicino pieno di gente, qui c’è solo la scatola di acciaio con il libro di vetta, firmiamo, facciamo qualche foto e poi giù veloci dato che vediamo un nuvolone che si sta avvicinando e vogliamo essere fuori della roccia in caso di pioggia.

In una ventina di minuti siamo sul canalone ghiaioso, la discesa non ci ha creato problemi ma il nuvolone è proprio sopra di noi, però sembra sfaldarsi, qui vogliamo divertirci e allora giù di corsa diritti lungo il canalone sul ghiaino e in un’altra ventina di minuti e siamo poco sopra alla forcella Monumenz che raggiungiamo in pochi minuti, intanto sta tornando fuori il sole, decidiamo di allungare ancora il percorso e puntiamo al Marinelli per una meritata birra.

Attraversiamo il Pic Chiadin e poi giù al rifugio, pieno di gente, meritata sosta, poi si prosegue, la strada per il passo è ancora lunga, scegliamo un itinerario alternativo alla salita ma ci sbagliamo, ci teniamo troppo bassi e ci troviamo sulla strada delle malghe, che scende sotto il passo. Mi sono ricordato di un sentiero che collega la strada al passo molto più giù, quindi seguiamo tranquilli questa strada anche per riposarci, quello che non mi sono ricordato è che la deviazione per il passo è circa 100 metri più in basso del passo stesso, quindi ci aspetta un’ultima risalita.

Io e l’amico Beppino, compagno di escursione oggi, arriviamo al passo di Monte Croce stanchi ma felici, appagati e con il sorriso sulle labbra, con un overdose di emozioni e con gli occhi ancora su quelle due cime straordinarie, selvagge, poco frequentate ma stupende, oserei dire meglio del Coglians stesso e consapevoli che abbiamo compiuto una piccola impresa, i dati del navigatore ce lo confermano. Sentieri CAI 146, 149, 143, 143a, sentieri e strade sterrate locali - carta Tabacco 09.