Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
72%
 
 

Preparazione fisica: 62.13 %

 
Area: Alpi Carniche Prov: UD  AR  Molto Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 13.7 Km  Temp. Calcolato: 5:25 h
 Dislivello: 872 m  Vel. Calcolata: 2.6 Km/h
 Salita: 898 m  Alt. massima: 1801 m
 Discesa: 898 m  Alt. minima: 929 m

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Cima Valmedan da Rivalpo da Tolmezzo si prosegue per Cedarchis e poi per Paularo.

Dopo 6/7 km si volta a sinistra per Rivalpo ed arrivati al paese si volta subito a destra per la chiesa di San Martino con annesso cimitero ove si parcheggia (quota 931 metri - coordinate GPS 46.485290, 13.080176). Dietro la chiesa si prende l’asfaltata coincidente con il sentiero CAI 409 diretto al Monte Tersadia. La strada sale con pendenza costante, oltrepassa alcuni casolari e poi dopo numerosi tornanti passa accanto alla Casera Valmedan Alta (quota 1566 metri). Si prosegue per altri 20 minuti fino al termine dell’asfalto ove una targa in legno invita a voltare a sinistra per la Casera Cucco di Sopra (quota 1636 metri).

Il sentiero per la Casera Cucco di Sopra è un largo sterrato che sale progressivamente senza grosse variazioni di quota. Dopo circa 20 minuti di cammino dopo una serie di curve si inizia a intravedere verso il basso la Casera Cucco di Sopra che però non va raggiunta. Infatti circa 1/2 tornanti prima di arrivare alle soglie della Casera presso una curva a gomito si abbandona il sentiero per salire su un prato solare ed aperto che va risalito per circa 20/30 metri fino al culmine libero da mughi (non sono presenti ometti o segnavia CAI).

La quota approssimativa di tale punto è di metri 1670. Da qui in poi si deve procedere solo intuitivamente verso cima Valmedan il cui versante Sud completamente invaso dai mughi è ben visibile dal prato guardando verso destra. Non vi sono tracce o impronte o indicazioni varie: L’unico segno umano presente poco oltre il lato destro del prato è una targa in legno parzialmente nascosta dai mughi a ricordo di un cacciatore ferito in questo luogo nel 1975. Alla data del 12/4/2025 trovo uno strato nevoso di circa 50 cm di neve friabile intervallata a tratti di terreno asciutto.

Noto subito che salire in cima sarà un problema La proliferazione di mughi è davvero imponente ed impedisce seriamente ogni movimento. L’unico modo per salire sul pendio che aumenta di ripidità è aggrapparsi ai rami dei mughi sperando che tengano il peso senza spezzarsi. Devo anche stare attento a non scivolare sulla neve soffice, ma profonda. Decido di calzare i ramponi che però affondano totalmente perciò opto di risalire i numerosi pendii non tenendomi al centro ma ai lati tenendomi ai rami dei mughi.

Impiegherò un’ora e mezza per percorrere circa 130 metri di dislivello, ma nella parte terminale il crinale nevoso che separa il versante Nord da quello Sud è molto esposto verso il lato sinistro. Il binomio mughi/neve rappresenta un ostacolo arduo da superare ma finalmente intravedo la cupola sommitale ricoperta di neve, dove trovo anche uno piccolo spazio erboso che consente una breve ma indispensabile sosta (quota 1810 metri).

Mi fermo e faccio una esplorazione lungo la cima che comunque è anch’essa ricoperta di mughi e neve. Il panorama spazia a 360 gradi ed è fantastico forse migliore di quello dal Tersadia o dal Cucco, entrambi già relazionati in passato. Dopo il caffè e 4 quadratini di cioccolata riparto subito visto che scendere sarà più difficile che salire. Cadrò sui mughi e sulla neve almeno un paio di volte ma alla fine arrivo zuppo al prato sottostante.

Da qui torno indietro fino al parcheggio sullo stesso sentiero fatto all’andata, più un paio di scorciatoie indicate dal segnavia CAI bianco rosso. 4 ore per salire in cima e 2, 30 per scendere. Sconsiglio di fare questa escursione con neve. Meglio in estate quando il terreno sarà completamente asciutto. Il percorso non è per tutti vista la foresta impraticabile di mughi e l’assenza di sentieri o tracce. Carta Tabacco N. 09 1: 25000.


Se avete aggiornamenti o altre informazioni scrivete nei commenti in fondo alla pagina

Fotografie e Itinerario di Roberto Antonel


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