Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
51%
 
 

Preparazione fisica: 58.86 %

 
Area: Paularo Prov: UD  AR  Media
 
 Lunghezza: 11.2 Km  Temp. Calcolato: 4:40 h
 Dislivello: 780 m  Vel. Calcolata: 2.4 Km/h
 Salita: 923 m  Alt. massima: 1398 m
 Discesa: 923 m  Alt. minima: 618 m

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Escursione intrepida ma spettacolare quella per la Ricovero Casera Forchiutta, passando per una grande quantità di piccoli stavoli.

Per giungere a Dierico a Tolmezzo di prende direzione Arta terme e si passa dalla SS52 alla SS52Bis fino a passare il ponte all'inizio dell'abitato di Cedarchis dove si gira a destra in direzione Paularo e si prosegue per la SP23 per 9.6Km circa dove si svolta a destra sul ponte indicazione Dierico.

Si segue la strada per 660m fino a superare il ponte sul Rio Mueia, si gira subito a destra dove la strada che è indicata come sentiero  e  si presenta da subito sterrata; poco meno di 500m e parcheggiamo l'auto.

Iniziamo così a piedi la nostra escursione proseguendo sulla sterrata, dopo 100m vediamo sulla destra un bellissimo ponte sul Rio, che ci fermiamo ad ammirare. Il nostro percorso ci fa proseguire dritti, incontriamo dopo un po’, a destra, un'altro ponticello in cemento che appare un po' trascurato e che percorreremo al ritorno.

Più avanti 100m circa dobbiamo guadare il Rio Mueia cercando il punto migliore, i punti di attraversamento non mancano, superando il torrente si può ammirare l'arte che la natura sa creare con lo scorrere delle acque.

Passato il guado dopo 220m dovrebbe esserci l'imbocco del sentiero che noi non abbiamo individuato ed abbiamo percorso la nuova strada forestale che non risulta al momento su nessuna mappa ma è ampia e bella, l'abbiamo seguita per quasi 1,3Km.

Poi abbiamo svoltato stretto a sinistra in prossimità di un paletto con strisce bianche e rosse prendendo il sentiero CAI 434 che sale più deciso della forestale ma non è mai troppo impegnativo. Più avanti saliremo dei gradini fatti con grandi sassi e intercettiamo la forestale, attraversata la quale ricomincia il sentiero che in poco ci fa incontrare i primi stavoli.

Alcuni stavoli sono in declino e trasandati,  altri sono davvero curati e a volte vere e proprie baite. Seguendo il sentiero arriviamo a un bivio dal quale parte il sentiero CAI 436, la tabella indica che ci poterebbe in un ora alla Forca Zouf di Fau, noi però rimaniamo sul sentiero CAI 434 andando a sinistra verso gli Stavoli Fau.

Raggiunti i due begli  stavoli dove svetta la  bandiera Italiana, andiamo a destra e incontriamo un primo stavolo (è più una baita) in legno chiaro rimesso a nuovo, fanno mostra d sé due bellissimi gufi intagliati sopra la porta d'ingresso; più avanti un altra costruzione in legno, il Cason di Ciamesot, ci introduce nella foresta Forchiutta.

Da qui cominciano le deviazioni dal sentiero originale causate da smottamenti, ma che sono state prontamente sistemate al meglio con un lavoro immenso [da parte dei locali che lo utilizzano per raggiungere gli stavoli  n.d.A]; queste deviazioni sono evidenti e di recente creazione, si trovano soprattutto in prossimità dei guadi dei torrenti.

Alla fine il sentiero raggiunge Forcje di Grifon (Forca Griffon) dove incontra la forestale che proviene da Bevorchians. Noi andiamo a sinistra verso la salita, ormai mancano solo 750m di distanza e 140m di dislivello che daranno abbastanza intensi ma che ci fanno raggiungere in breve la Casera Forchiutta.

Arrivati nei pressi della Casera (un solievo quando la si intravede) troviamo un abbeveratoio nel quale sgorga da un tubo di plastica dell'acqua fresca, è distante 50m dalla casera, appena oltre  l'ennesimo smottamento che ha divelto il muro di contenimento e il parapetto in pali di legno.

La casera è composta da 5 manufatti il primo è pericolante il secondo è una stalla e il terzo è la casera che funge anche da ricovero; l'interno è molto spartano ma carino con massicce panche in legno, un solido tavolo con panche e un caminetto.

Degli altri due manufatti rimangono solo ruderi, tra i quali vi è un secondo abbeveratoio con rubinetto funzionante per l'acqua. Il panorama è stupendo dalla Grauzaria al monte Sernio e il Tersadia. 

Il ritorno dopo un meritato spuntino ha seguito la via dell'andata fino al del Rio Mueia dove, invece di guadare il rio come all’andata, abbiamo preso sulla sinistra un sentiero parallelo al Rio che ci porta velocemente alla cascata del Rio Pecol, cascata che merita davvero la piccola deviazione, salire sulla roccia per vedere i salti superiori è un irrinunciabile aggiunta alla nostra escursione. Seguiamo poi a vista i passaggi tra le rocce per raggiungere il ponticello in cemento (fare attenzione che i parapetti sono inesistenti) superato il quale siamo di nuovo sulla forestale a poche centinaia di metri dal parcheggio.

Escursione intensa per lunghezza e dislivello (non eccessivi) ma soprattutto adatta ad escursionisti navigati che si sanno districare nelle deviazioni di fortuna, sconsigliata per gli smottamenti e per i numerosi guadi nei giorni successivi a precipitazioni piovose. Tempo impiegato 6H.

 


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Fotografie e Itinerario di Gianni Giacometti


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