Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
27%
 
 

Preparazione fisica: 37.2 %

 
Area: Savogna Prov: UD  AR+anello  Medio Facile
  Cjaspolata: SI
 Lunghezza: 8.4 Km  Temp. Calcolato: 3:05 h
 Dislivello: 450 m  Vel. Calcolata: 2.7 Km/h
 Salita: 457 m  Alt. massima: 1209 m
 Discesa: 457 m  Alt. minima: 759 m

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Autore: Delia Gori

Giornata che non lascia spazio neppure ad un briciolo di sole, al contrario si prevede umidità, nebbia e simili, ma il desiderio di stare all'aria aperta e di godere della domenica è molta, decidiamo di visitare un luogo di silenzio lontano dalla 'folla di camminatori domenicali' e partiamo per le Valli del Natisone in direzione Masseris di Savogna.

Parcheggiamo l'auto nel parcheggio della chiesetta e ci avviamo verso le ultime case e precisamente al locale Il Riccio ed il Gufo, da li inizia il sentiero Cai 736a che ci porterà alla Val Paluoga/Paloga con l'omonimo laghetto e se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, alla cima del Matajur.

Si inizia a salire sul selciato in pietra, abbastanza ripido, e poi attraversando boschi di faggi e pini di varia specie si continua nella salita con un sentiero a tornanti e con un terreno molto diversificato poiché si alternano tratti erbosi a tratti con sassi e radici che fanno l'effetto 'scalini'.

Le foglie che ricoprono il terreno sono tantissime e visto il tempo che ci accompagna molto bagnate e perciò l'attenzione deve essere maggiore specialmente sui sassi, si sale facendo un contorno al monte Craguonza in un ambiente roccioso e con diversi muretti a secco coperti di muschio.

Tutto attorno un silenzio immenso interrotto di tanto in tanto dalle nostre esclamazioni nello scorgere qualche anfratto particolare, dopo una ventina di minuti di cammino improvvisamente ci appare la coltre bianca che rende il tutto ancora più appagante e naturalmente un pochino più faticoso, non essendo provvisti di ciaspole.

Arriviamo al termine di questo tratto di sentiero 736a che si affaccia sulla strada forestale che da Masseris porta al laghetto, naturalmente da buoni camminatori non seguiamo quest'ultima ma imbocchiamo il sentiero nel bosco (c'è un cartello che indica Laghetto) e tra un albero caduto a causa della abbondante nevicata e rami spezzati continuiamo la salita, evitando in questo modo però due tornanti.

Nell'ultimo tratto che ci conduce alla val Paluoga , la neve è molto abbondante ed il cielo sempre più chiuso e lattiginoso quasi a voler confondere i nostri occhi, gli altissimi pini sono carichi di neve ed i rami dei faggi sembrano espositori di rari gioielli che la natura ha creato con l'acqua e la temperatura piuttosto rigida.

Tra una risata e l'altra perché gli affondi nella neve destabilizzano, giungiamo alla nostra meta: il laghetto Paluoga,  uno specchio d'acqua di origine glaciale che oggi è per lo più ricoperto da uno strato di ghiaccio.

L'immaginazione corre a come deve essere questo ambiente in tarda primavera ed inizio estate: una meraviglia,  sembra di essere in un luogo fuori dal mondo e dal tempo dove 'l'unico rumore' che si sente è il 'Silenzio' e l'unica forma umana.... le nostre tracce sulla coltre intensa.

Le foto, uno scherzo vicendevole con la neve ed un te caldo sono d'obbligo prima di riprende il cammino sulle stesse tracce dell'andata,  giunti al bivio con il sentiero 736 ci fermiamo per decidere di comune accordo se proseguire in direzione Matajur.

L'impresa senza ciaspe risulta particolarmente lunga e faticosa e pertanto optiamo per ridiscendere totalmente per la strada forestale passando però per la casera Tamorsca e proseguendo poi verso Masseris anche se il tragitto diventa parecchio più lungo.

Sul percorso in rientro troviamo numerose cascatelle d'acqua e due belle fontane con un'acqua buonissima.... il sapore della purezza!!!! Rientriamo a Masseris ed un brindisi ed una fetta di panettone.

Percorso circa km 10 Difficoltà: facile consigliate ciaspole in caso di neve Tempo di percorrenza 4 ore con soste, pausa pranzo e....neve!!!!


Se avete aggiornamenti o altre informazioni scrivete nei commenti in fondo alla pagina

Fotografie e Itinerario di Delia Gori


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