Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
52%
 
 

Preparazione fisica: 56.31 %

 
Area: Sella Nevea Prov: UD  AR  Media
 
 Lunghezza: 9.3 Km  Temp. Calcolato: 4:05 h
 Dislivello: 923 m  Vel. Calcolata: 2.3 Km/h
 Salita: 920 m  Alt. massima: 2424 m
 Discesa: 920 m  Alt. minima: 1501 m

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L'altopiano del Montasio, conosciuto in tutta Italia e anche oltre i nostri confini, soprattutto per l'omonimo formaggio e per prodotti della malga, si trova a un'altitudine di 1600 metri circa. E' raggiungibile da Sella Nevea, in auto, e dispone di un ampio parcheggio: da qui possiamo partire per la nostra escursione.

La nostra avventura inizia alla fine del parcheggio, dove si trova un'indicazione che segna la fine della strada percorribile in auto (per Legge regionale vi è il segnale di divieto).  

Partendo dalla fine del parcheggio, svoltiamo a destra e prendiamo la strada in salita. Proseguendo incontriamo un incrocio. Superiamo l'incrocio andando diritti e saliamo, fino ad arrivare nei pressi del Rifugio di Brazzà, da dove parte il sentiero. Già si sente il fischiettio delle marmotte che ci accompagnerà per buona parte del percorso; sicuramente capiterà di intravederle, soprattutto mentre fuggono verso la tana. La loro presenza è numerosa e diffusa su tutto il Montasio.

La nostra traccia GPS, ad un certo punto, ci fa prendere un sentiero un po' pendente, ma fattibile per tutti. Esso taglia i tornanti della strada e sale fino al rifugio (ma potete tranquillamente seguire la strada, se lo volete; entrambi portano all'inizio del sentiero vero e proprio). Il sentiero sale, sembra punti diritto alla Forcella de li Sieris 2274m. Al sesto tornante trovate un bivio. Proseguite verso sinistra; il sentiero poi si dirige nettamente verso sinistra. Circa a metà di questo tratto troveremo un passaggio un po' più impegnativo che dovremo superare facendo una piccola arrampicata di due metri circa su una roccia.

Già qui (a seconda della stagione) possiamo incontrare i primi stambecchi. Non vi sono altri incroci con sentieri fin quando siamo prossimi al raggiungimento della meta dove troveremo un bivio che, a destra, porta sul sentiero attrezzato Ceria Merlone. Anche questa volta seguiamo il tornante girando a sinistra. Tre tornanti dopo incontriamo un altro bivio e ci troviamo di fronte ad un ghiaione che porta al sentiero attrezzato Leva. Noi seguiamo il tornante girando a destra. Al tornante successivo ci troveremo d'innanzi ad un'apertura fra le rocce che ci offre una vista spettacolare che merita una piccola sosta prima di girare, ancora a sinistra, e intraprendere il tratto finale che ci porta in vetta.

Giunti in vetta, si apre a noi un panorama stupendo, soprattutto sulla Val Saisera. E' facile ricevere la vista piacevole, quanto inaspettata dei Gracchi e degli stambecchi. Lo spettacolo è assicurato: il panorama offre 360° di bellezza. E' possibile vedere un letto di nuvole su un versante della montagna, mentre l'altro versante è completamente libero e chiaro. Si vede bene il paese di Valbruna e tutta la Val Saisera con i suoi verdi prati. Consigliato l'uso del casco per proteggersi dai sassi che, a volte, gli stambecchi dispettosi fanno precipitare.


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Fotografie e Itinerario di Gianni Giacometti


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INDICAZIONI STRADALI
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2 commenti

  • Fatta oggi questa gita, partito con leggera pioggerellina (non fatelo :) ) con l'intenzione di tornare sui miei passi se la questione peggiorava, invece dopo un po' un bel arcobaleno ha inaspettatamente preceduto il sole, quindi salita completata. Il bel panorama un po' limitato dalle nuvole in dissolvimento.Concordo al 100% per l'uso del caschetto nella parte superiore del sentiero, non solo per gli escursionisti sbadati ma per le pietre mosse dagli stambecchi spaventati dai primi quando si avvicinano troppo.
  • Alcune mie brevi valutazioni su questa escursione.

    Quella che viene definita "piccola arrampicata di due metri circa su roccia" è un passaggio semplice che non deve scoraggiare chi è alle prime armi.

    La vetta è abbastanza ampia ma comunque aerea e forse potrebbe creare problemi a chi soffre di vertigini.

    Durante il percorso che si snoda nella parte superiore della montagna, ho ritenuto opportuno usare il caschetto in quanto non è improbabile che i numerosi stambecchi o gli escursionisti che si muovono più in alto facciano accidentalmente cadere sassi. Ho potuto notare che molte persone non usano il caschetto ma, per come è strutturato il sentiero, mi sento di consigliarlo.

    Modificato il Mercoledì, 04 Gennaio 2023 12:59 by Gianni Giacometti.

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