Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
36%
 
 

Preparazione fisica: 31.95 %

 
Area: Moggio-val Alba Prov: UD  AR  Medio Facile
 
 Lunghezza: 2.7 Km  Temp. Calcolato: 1:35 h
 Dislivello: 409 m  Vel. Calcolata: 1.8 Km/h
 Salita: 389 m  Alt. massima: 1448 m
 Discesa: 389 m  Alt. minima: 1039 m

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Monte Masereit o Masareit dalla val Alba

L'avvicinamento al monte Masereit o Masereit prevede di raggiungere la Val Alba. Dall'abitato di Moggio è necessario procedere verso nord, lungo la strada che s'inoltra in Val Aupa, fino a raggiungere Pradis Basso. Giunti alle ultime case della frazioncina, in corrispondenza dell'incrocio posto nelle vicinanze della pensilina delle corriere, si svolta a destra lungo la strada che, ben presto, comincia ad inerpicarsi verso Pradis Alto.

Raggiunto questo secondo borgo, in corrispondenza di un'ampia curva è necessario procedere a sinistra. Ben presto, dove le abitazioni terminano, la strada comincerà ad essere nuovamente caratterizzata da pendenza sostenuta. La carrabile va seguita lungamente, fino a giungere al primo incrocio con indicazioni per Drentus/Virgulins che vanno ignorate, procedendo dritti. Pochi metri dopo si raggiunge un secondo bivio al quale è necessario svoltare a destra. Anche questa strada va seguita lungamente fino a raggiungere lo spiazzo ghiaioso che corrisponde al parcheggio della riserva naturale della Val Alba.

Si comprende di essere giunti al termine della carrabile su cui è consentito transitare con le auto, in quanto è presente un evidente cartello di divieto (Quota 1040 metri - coordinate GPS 46.450971, 13.216595). Dal parcheggio si prosegue a piedi, lungo la strada, oltre il divieto. Dopo un cammino relativamente breve, in corrispondenza di una netta curva, su un basso muretto di sassi posto a sinistra, si trovano le indicazioni per il monte Masereit, scritte in rosso: una freccia ed una M. Il percorso non è un sentiero CAI ufficiale, per cui non ha numerazione; è comunque ottimamente segnato sui tronchi dei numerosi faggi, nella parte bassa, e sulle rocce nella parte alta.

I segni da seguire sono costituiti da un rosso triangolo che sovrasta un bianco rettangolo (quest'ultimo già un po' sbiadito alle volte); questi segnavia principali, nella parte bassa del percorso, si accompagnano spesso ad una diversa tipologia di indicazioni secondarie: doppia striscia rosso/gialla. Nella parte alta del sentiero, in prossimità della cima saranno presenti i classici segnavia a cui siamo abituati: doppia striscia bianco/rossa. Non mancheranno, inoltre, frecce e pallini rossi.

Devo dire che la segnaletica utilizzata è molto varia e fantasiosa ma decisamente efficace; impossibile perdere il sentiero, la cui traccia al suolo a volte è labile. Il sentiero, che è una direttissima, ha inizio in corrispondenza della freccia rossa sul basso muretto di sassi e comincia ad inerpicarsi deciso lungo la faggeta. Prendendo quota la pendenza si attenua ma questa favorevole situazione è di breve durata in quanto la salita diventa, poco dopo, nuovamente faticosa, mettendo a dura prova gambe e fiato.

Utili i bastoncini da trekking sia per affrontare la salita sia in discesa. Dopo aver guadagnato faticosamente quota si giunge nei pressi di una grande formazione rocciosa che va aggirata puntando momentaneamente a destra, seguendo i segnavia. Si continua a procedere, lungo l'erta salita, immersi nella faggeta, ancora per poco. Ad un certo punto ci si trova di fronte ad una caratteristica fenditura tra le rocce. Essa funge da spartiacque tra due mondi; attraversandola si passerà dall'ombra del bosco ad un ambiente aperto caratterizzato da mughi, rocce e fondo del sentiero molto friabile.

Giunti alla fenditura, mancherà davvero poco alla conquista della cima. È però necessario affrontare questo tratto con la dovuta prudenza, in modo particolare in discesa. Sconsiglio di procedere se il suolo è bagnato o in presenza di neve/ghiaccio. Sono presenti vari punti esposti a cui prestare attenzione, anche perché i sottostanti mughi danno una falsa percezione di protezione. Il sentiero è, a tratti, molto pendente e si procede su materiale sdrucciolevole.

Alle volte si sente la necessità di usare le mani per appigliarsi alle rocce ma capita di trovare appigli sui quali non si può fare affidamento in quanto tendono a staccarsi con facilità. Attenzione anche quando si appoggiano le mani al suolo per affrontare i gradoni; chi frequenta spesso questa cima, segnala la presenza di vipere. Superando questo tratto critico si guadagna la lunga e frastagliata cima erbosa su cui sono presenti: un ometto di sassi, il quaderno delle firme ed una croce di legno (attualmente caduta e rotta). Il vasto panorama spazia a 360°.

Meravigliosa la vista su tutte le cime dell'alta via CAI di Moggio, sul gruppo Sernio Grauzaria e sulle vallate sottostanti. Il ritorno si affronta lungo lo stesso tragitto fatto in salita. Sviluppo totale 2.6 Km. - dislivello totale 420 metri - quota minima 1039 metri, massima 1459 - carta Tabacco 018.


Se avete aggiornamenti o altre informazioni scrivete nei commenti in fondo alla pagina

Fotografie e Itinerario di Francesca Franz


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INDICAZIONI STRADALI
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