Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
58%
 
 

Preparazione fisica: 56.44 %

 
Area: Tribil Superiore Prov: UD  AR  Medio Difficile
 
 Lunghezza: 14.1 Km  Temp. Calcolato: 5 h
 Dislivello: 478 m  Vel. Calcolata: 2.8 Km/h
 Salita: 754 m  Alt. massima: 1133 m
 Discesa: 754 m  Alt. minima: 655 m

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Autore: Chiara

E’ una di quelle giornate di sole in cui sarebbe un delitto rimanere chiusi in casa…abbiamo voglia di aria, colori, panorami e, perché no, di una meta di interesse storico.

La scelta ricade sul Kolovrat, catena montuosa situata nell’estrema parte orientale del Friuli, la cui dorsale ha rappresentato un importante punto strategico militare per la sua posizione dominante sulla valle dell’Isonzo e Caporetto.

Indicazioni: Da Cividale dirigersi verso Sanguarzo, dopo Ponte San Quirino seguire le indicazioni per San Leonardo. Attraversiamo l’abitato di Scrutto e teniamo la sinistra lungo la valle del Cosizza, passato Clodig seguiamo la strada in salita e ci immettiamo sulla strada panoramica di Tribil.

Ci troviamo ad attraversare Rucchin e, in breve, giungiamo ad un bivio (cartello “Scale”) dove lasceremo la macchina. Bisogna parcheggiare in strada o nei pochi posti a disposizione nei pressi dell’azienda agricola.

Sulla sinistra un traliccio della luce porta l’indicazione del sentiero Cai747: imbocchiamo la mulattiera, oltrepassiamo un cancello ed in breve raggiungiamo la chiesa di San Volfango, percorriamo un tratto di strada asfaltata per ritornare, poco dopo, sul sentiero.

Due vasche antiche di pietra raccolgono l’acqua di una sorgente che scende da una piccola altura, noi procediamo con i saliscendi che caratterizzano questa parte iniziale del sentiero e poi usciamo dal boschetto per giungere, via strada, ad un grande piazzale dove troviamo il bivio per Drenchia o Clabuzzaro.

Qui si può decidere se seguire le indicazioni relative al sentiero verso il rifugio Solaire, tagliando fuori il paese abitato, oppure attraversare Clabuzzaro e magari fermarsi per un caffè.

Noi abbiamo scelto la seconda alternativa, optando per una pausa al Ristorante Colovrat che ci ha colpiti per la magnifica vetrata che si affaccia sulla Valle; bello il panorama, affascinante il piccolo nucleo abitato dal quale ci si può facilmente riallacciare al sentiero seguendo le indicazioni dopo il ristorante.

La mulattiera diventa presto una strada forestale che ci porta in breve al rifugio Solaire, di fronte al quale troviamo il monumento al primo caduto in guerra.

Nei pressi del confine di Stato, seguiamo la strada asfaltata tenendoci a sinistra, dopo un paio di tornanti il segnavia CAI 746 sulla destra ci porta ad affrontare la parte del sentiero forse più pendente ed impegnativa (comunque breve):attraverso dei prati raggiungiamo la cima del Klabuk da cui possiamo ammirare (c’e’ perfino il binocolo!) un panorama mozzafiato che si estende sulla valle dell’Isonzo e sul gruppo del Monte Nero.

Seguiamo le indicazioni per il museo di guerra all’aperto : le opere difensive della prima guerra, recentemente restaurate ed aperte al pubblico, meritano senz’altro una visita.

Tutto il percorso fino a qui, del resto, è costellato da resti di edifici militari, gallerie scavate nella roccia, postazioni, camminamenti e resti di fortificazioni: impossibile, per noi, resistere al fascino che questi luoghi di interesse storico riescono a trasmettere!

Ad ogni modo, dalla cima del Klabuk si può scegliere se soffermarsi alle trincee scendendo sulla destra oppure proseguire direttamente verso la cima del Nagnoj: i sentieri sono indicati molto bene e le alternative sono diverse lungo tutto l’itinerario.

Procediamo quindi lungo la lunga dorsale del Kolovrat: a destra montagne innevate e a sinistra la valle, la pianura e sí..si vede anche il mare! Il panorama da qui, complice la bella giornata, è davvero unico!

Dopo uno sguardo a Caporetto dall’alto, man mano ammiriamo Tolmino, la Valle dell’Isonzo, il Monte Nero ed il Triglav, camminando su prati costellati di crocus!

Tra foto, storia, fiori e panorami, oggi siamo un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia: il gruppetto decide quindi di fermarsi per pranzo al Bivacco Zanuso (raggiungeremo il Nagnoj un’altra volta?), posto all’intersezione del sentiero con la strada asfaltata, poco prima dell’ultima salita che ci avrebbe portato a concludere il percorso e affacciato sulla pianura e le valli del Natisone.

Sotto al Bivacco parte il sentiero che ci porterà ad un bivio , seguiamo le indicazioni per il rifugio Solaire andando cosí a chiudere l’anello per poi ripercorrere il tratto iniziale.

Note: Qualcuno suggerisce di lasciare un automezzo al bivio di partenza ed uno a Topoló, in modo da compiere un tragitto “ad arco”. In alternativa suggerisce di raggiungere la Cima del Nagnoj, scendere fino a Lase e da qui dirigersi a sinistra e rientrare al Rifugio Solaire. Buttando un’occhiata sulla cartina, abbiamo pensato che questa deviazione da Lase avrebbe allungato la camminata non di poco, portandoci a percorrere un (altro!) lungo tratto di strada asfaltata.

Siamo rimasti soddisfatti della nostra scelta soprattutto perché il sentiero ci ha portato ad attraversare ambienti naturali particolari e diversi per quanto riguarda la vegetazione circostante: boschetti di Carpino, Castagno, Faggio piu’ in basso, Betulle, Ginepri ed Abeti sulla dorsale.

Suggerisco questo itinerario anche ai pigroni che non han voglia di camminare: il rifugio Solaire ed il Museo di guerra sono raggiungibili anche in auto, da qui si può scegliere se proseguire per il sentiero o la strada asfaltata, fermarsi ai punti panoramici, camminare lungo la splendida dorsale (quasi pianeggiante) e si può perfino arrivare in auto fin vicino alla cima del Nagnoj ed effettuare una passeggiatina fino in cima! Insomma, non ci sono scuse per non andarci!!! ☺

Suggerimenti tecnici: scegliere una giornata di sole perché il panorama è davvero eccezionale; portare kway perché la dorsale è ventilata. Vi sembrerà di aver fatto poco dislivello, ma i numerosi saliscendi iniziali “imbrogliano” (ad ogni modo non escludo che il mio strumento abbia sbagliato la misurazione visto che a fine giornata mi dava 14,84 km per 970m di dislivello).


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Fotografie e Itinerario di Chiara


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