Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
58%
 
 

Preparazione fisica: 51.63 %

 
Area: Venzone Prov: UD  anello  Medio Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 12.3 Km  Temp. Calcolato: 4:30 h
 Dislivello: 521 m  Vel. Calcolata: 2.8 Km/h
 Salita: 660 m  Alt. massima: 896 m
 Discesa: 660 m  Alt. minima: 375 m

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Un escursione molto bella in un ambiente a volte selvaggio, è una zona poco valutata che invece è splendida.

Per raggiungere l'imbocco della Val Venzonassa, omonima del Torrente che la percorre, bisogna raggiungere il bellissimo Borgo di Venzone, tristemente famoso per la tragedia del terremoto del 1976. Fino a Casera Navis il percorso è facile per tutti.

Si consiglia di entrare a Venzone dall'ingresso più a Nord verso Carnia. Entrati in paese si percorrono poche centinaia di metri e, prima del ponte sul Torrente Venzonassa prendiamo la strada a sinistra, via Sottomonte che seguiamo per circa 400 metri, un curva a gomito a sinistra e poi subito a destra.

Siamo arrivati su via Pragjel, la strada che ci porterà in alto fino al luogo dove parcheggeremo l'auto. Procediamo per circa 6 km fino a raggiungere il luogo dove lasceremo la nostra auto (il posto è inconfondibile, si trova proprio prima della galleria scavata nella roccia). Da qui, la strada può essere percorsa in auto solo per raggiungere la malga Ungarina (legge regionale 15/1991).

Attraversiamo la galleria e proseguiamo fino al borgo di Prabunello ( m.761 s.l.m); all'uscita dal borgo, a destra, troviamo le indicazioni per plan di Frassin, una delle nostre mete. Fortunatamente gran parte del percorso è ombreggiato.

Abbiamo qualche difficoltà a trovare il sentiero che avevamo deciso di fare, purtroppo causa caduta alberi tale sentiero risulta impraticabile, per cui decidiamo di proseguire dritti sul sentiero davanti a noi, allungheremo il percorso ma sarà in sicurezza.

Subito arriviamo a una fonte di acqua dalla quale ci dissetiamo prima di proseguire. Saliamo a sinistra e presto ci ritroviamo sulla strada che sale verso malga Ungarina. Andiamo avanti fino a un bivio: a sinistra la strada porta alle malghe, a destra si va verso la nostra meta.

La strada corre senza pendenze rilevanti tra faggete ormai distrutte da Vaia, il legname è stato recuperato ma la devastazione è tangibile. Scendiamo verso una radura che intuiamo sia Plan di Frassin, la Casera è di proprietà del Comune di Venzone; solitamente è chiusa ma si possono, volendo, chiedere le chiavi in Comune.

Noi siamo,fortunati, ci sono delle persone che gentilmente ci fanno vedere la struttura. Ringraziamo per la gentilezza, ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo alla volta di casera Navis, da qui la tabella segna 45 minuti.

Bella pista forestale, saliscendi in mezzo alla vegetazione, intravediamo la nostra seconda meta. Un telo ricopre una parte del tetto sfondato dalla caduta di un albero. Il bivacco è carino, purtroppo non molto curato, sicuramente anche qui i ghiri festeggiano.

Sostiamo un attimo per recuperare le forze. Riprendiamo la via, subito davanti al deposito della legna un comodo sentiero scende rapidamente verso il torrente, purtroppo non è segnato ma facendo attenzione ci sono anche degli ometti qua e là che noi abbiamo arricchito con ulteriori sassi.

Qualche albero ostacola la via ma è facilmente aggirabile. Arrivati al torrente è necessario guadare lo stesso per poter proseguire, senza grosse difficoltà, vista la poca acqua e la presenza di grossi massi passiamo dall'altra parte non prima di esserci rinfrescati nelle fresche acque.

Proseguiamo sul sentiero che è abbastanza visibile. Proseguiamo e ancora un paio di volte sarà necessario guadare dei rii o il torrente stesso, si raccomanda attenzione ai sassi bagnati!!

Il sentiero prosegue e a un certo punto vediamo anche che di recente è stato segnato con bollini bianchi e rossi CAI. Andiamo avanti e al bivio che ci si presenta proseguiamo a destra dove troviamo subito un ponte in legno che, sebbene sembri instabile alla vista, è molto solido. 

Il sentiero sale e, dove la Venzonassa entra in una stretta gola, abbiamo la fortuna di godere dall'alto della sua meraviglia; questo tratto è un po' esposto, per cui sempre attenzione a dove si cammina.

Proseguiamo osservando lo spettacolo della natura, le sfumature di verde sono infinite, si vorrebbe rimanere qui nell'incanto del torrente. 

Ben presto giungiamo a un ponte in cemento che ci porta di nuovo sull'altra sponda; da qui un ripido sentiero (704) che sembra non finire mai, ci riporta sulla strada asfaltata. Poche centinaia di metri a destra e ritorniamo al punto di partenza in prossimità della galleria. 

Il percorso, comprendendo diversi guadi su rocce, è da fare solo con tempo asciutto, se nei giorni precedenti ci sono state piogge è sconsigliato percorrere l'anello.


Se avete aggiornamenti o altre informazioni scrivete nei commenti in fondo alla pagina

Fotografie e Itinerario di Michela Di Vora


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INDICAZIONI STRADALI
Raggiungi il pargheggio

un commento

  • Marco Rossetto ci ha comunicato quanto segue: Volevo avvertire che è stata creata una traccia priva di vegetazione sul sentiero poco sotto borgo Prabunello in direzione di Plan di Frassin, quindi il sentiero è normalmente percorribile.

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