Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
59%
 
 

Preparazione fisica: 54.2 %

 
Area: Sella Campigotto Prov: BL-UD  AR  Medio Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 9 Km  Temp. Calcolato: 4:20 h
 Dislivello: 525 m  Vel. Calcolata: 2.1 Km/h
 Salita: 871 m  Alt. massima: 2308 m
 Discesa: 871 m  Alt. minima: 1783 m

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Col di Sola e monte Piova da sella Ciampigotto

Per raggiungere il punto di partenza si può salire sia dal Cadore, da Laggio, oppure dal Friuli percorrendo tutta la val Pesarina, si supera forcella Lavardet e sella di Razzo, giunti al rifugio tenente Fabbro si parcheggia nel comodo spiazzo subito dopo di esso (1783 metri – coordinate GPS 46.485900, 12.586480). L’escursione di oggi può iniziare indifferentemente o lungo il sentiero di fronte al rifugio o lungo quello che sale da sella Ciampigotto, che si raggiunge percorrendo un centinaio di metri lungo la strada asfaltata verso il Cadore.

Se si sceglie, come noi, di partire dalla sella, fare attenzione che subito dopo l’inizio bisogna tenersi a sinistra e percorrere una dorsale, il primo tratto non è molto visibile, attraversiamo anche un breve tratto lisciato dalla pioggia che merita attenzione e, ad un bivio che ci invita ad andare a destra, noi proseguiamo dritti sul costone. Qualsiasi delle due via di salita scegliamo il punto di arrivo è sempre la stazione a monte della sciovia a quota 1945 metri circa, i due sentieri si uniscono proprio lì.

Superiamo la casetta della sciovia e ci teniamo a sinistra, facendo attenzione vedremo dei cartelli appesi su un albero, dritti si va verso casera Doana e il monte Piova, a sinistra sul col di Sola. Decidiamo di fare subito questa deviazione e di raggiungere la panoramicissima cima del colle, si sale lungo tornanti e poi lungo la cresta e si arriva così ai 2120 metri della vetta, ci concediamo un momento di relax per fare qualche foto e poi si ritorna al punto di arrivo della sciovia per continuare verso il Piova.

Si prosegue traversando in falsopiano le pendici del col di Sola, dopo una breve risalita si scende dalla parte opposta di qualche decina di metri e si continua a traversare. Giunti sulle pendici del Tudaio di Razzo si inizia a salire anche ripidamente fino ad una selletta dove un albero divelto a distrutto il sentiero, si passa su un tratto molto esposto per poi scendere brevemente su un pezzo molto ripido per poi ritrovare il sentiero.

Ora si traversa su macereti e rocce, qui è molto facile perdere la traccia, superato anche questo tratto si inizia a salire rapidamente verso la Sella, ma a quota 2068 metri, lasciamo a destra il sentiero per la Sella e seguiamo a sinistra la traccia che punta alla cima, troviamo un segnavia con scritta su un sasso. Dopo una breve salita attraversiamo un tratto in piano in mezzo ai cespugli, quindi si scende di pochi metri in una specie di catino e, facendo attenzione agli ometti, saliamo dalla parte opposta, questo tratto prativo in mezzo alle rocce è ripido ma gradinato sulle zolle erbose, merita comunque attenzione.

Arrivati sopra le rocce inizia un tratto semplice, si traversa e si sale sui prati, si supera alcuni cimotti, poi la traccia costeggia una profonda fenditura tra le rocce puntando alla cima davanti a noi che si raggiunge con una breve salita a quota 2316 metri. Il panorama è di quelli che ti lasciano senza fiato, a nord le pesarine e i Brentoni, a sud-est il gruppo del Tiarfin e poi cime a non finire, anche se le nubi ne coprivano parecchie, sosta e foto sono d’obbligo. Il rientro viene fatto lungo la stessa via di salita, tranne l’ultimo tratto dove abbiamo percorso il sentiero che porta dritto al rifugio tenente Fabbro.

Questo itinerario percorre tracce e vecchi sentieri con radi segnavia CAI e sembra abbandonato a se stesso, erba alta, alcuni tratti erosi, alberi caduti in mezzo al sentiero stesso e, essendo gran parte sul fianco esposto dei monti che attraversa, è stato lisciato e reso stretto dalle piogge, bisogna sempre fare attenzione. Alcuni passaggi sono esposti e/o ripidi e scivolosi se bagnato come oggi, reputo questa via per escursionisti esperti, comunque i posti selvaggi e poco frequentati che attraversa, il panorama e la vista che si gode dalla cima lo rendono affascinante, nessun problema invece per salire sul Col di Sola, il percorso si svolge lungo sentieri locali e tracce – carta Tabacco 02

 


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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini


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