Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
41%
 
 

Preparazione fisica: 55.68 %

 
Area: Barcis Prov: PN  AR  Media
 
 Lunghezza: 13.5 Km  Temp. Calcolato: 4:45 h
 Dislivello: 688 m  Vel. Calcolata: 2.9 Km/h
 Salita: 721 m  Alt. massima: 1112 m
 Discesa: 721 m  Alt. minima: 424 m

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  25-02-2018 – Monte Medol da Arcola (Barcis)

Superata la località di Barcis, con l'omonimo lago artificiale, si prosegue per circa 3 Km. fino alla località di Arcola, appena superata si può parcheggiare nello spiazzo dove sorge l'ultima casa a destra (428 metri – coordinate GPS 46.20092, 12.52044). L'escursione inizia seguendo la statale verso Cimolais per circa 200 metri, fino a quando troviamo, a sinistra, la deviazione per la val Prescudin che prendiamo, questa scende lentamente verso il Cellina, c'è una sbarra che vieta il transito alle auto, superata la quale attraversiamo il ponte ed iniziamo a percorrere la strada asfaltata verso il Palazzo del Prescudin (villa Emma).

Poco più avanti troviamo le indicazioni del “sentiero dal Clap” che non è altro che un taglia tornanti e dopo due tratte ci riporterà sulla strada asfaltata che seguiremo per un bel tratto, fino a quota 610 metri circa dove troviamo la possibilità di accorciare il tragitto tramite una carrareccia, che seguiamo e in pochi minuti siamo a villa Emma. Il palazzo Prescudin, detto anche Villa Emma è una grande costruzione affiancata da altri edifici minori, di proprietà dell'Azienda delle Foreste, viene utilizzata come sede logistica per le ricerche che vengono effettuate nella riserva naturale.

Superata villa Emma proseguiamo diritti seguendo le indicazioni per monte Medol, sentiero 978, lungo una carrareccia che prosegue in piano o in leggera salita lungo la val del Tasseit, da qui in poi inizia la neve, prima a tratti, poi continuamente, ma mai con spessore oltre i 10-15 centimetri e sempre dura che non ci fa sprofondare. Ad un certo punto, mentre il sentiero 978 continua diritto noi seguiremo la carrareccia a destra che attraversa i due torrenti ed inizia a salire tramite un largo e bellissimo sentiero lungo le pendici del Medol, sgombro da neve visto la sua esposizione a sud-est.

Arriviamo così al pianoro dove sorgeva baita Medol e dove troviamo una minuscola tettoia addossata ad un masso (970 metri), da qui in poi la neve non ci abbandonerà più, proseguiamo in diagonale ed in leggera salita fino a quando vedremo gli ultimi tornanti che ci condurranno in cima. In questo punto dobbiamo fare molta attenzione perché,alla nostra sinistra, in mezzo ai faggi, c'è un tasso pluricentenario (pare abbia 700 anni e li vicino ce né uno ancora più vecchio, circa 1000 anni), visitabile con una breve deviazione anche se con la neve non è molto facile avvicinarsi, è una pianta di una bellezza eccezionale, con le radici tutt'intorno che sembrano volere abbracciare la terra e non lasciarla mai.

Da qui in poi il sentiero è più stretto e, con la neve, merita un po di attenzione, dopo alcuni tornanti siamo finalmente sulla cresta del Medol e qui inizia lo spettacolo panoramico. Lasciamo alla nostra sinistra il punto più alto del Medol (1141 metri), meno panoramico e più difficile da raggiungere con la neve, e proseguiamo in cresta verso destra e dopo qualche piccola salita raggiungiamo il punto alto da questo lato (1114 metri), qui la neve è molto più spessa e si sprofonda, in certi punti, fino al ginocchio.

Il panorama ci offre, verso sud, la dorsale tra il monte Sestier, il Messep e lo spettacolare Crep Nudo, dorsale che separa l'Alpago dalla val Cellina, e molte cime di questa vallata verso nord, in lontananza, a ovest Pelmo e Antelao. Sosta d'obbligo e poi si rientra malvolentieri lungo la stessa via fermandoci un'altra volta ad ammirare il vecchio tasso. Sentiero mai troppo ripido, lo spessore della neve non è tale da farci preoccupare per distacchi o slavine ed è dura, ma non ghiacciata, saliamo quindi con i soli scarponi e scendiamo indossando i ramponcini per nostra sicurezza. Sentieri CAI 978 e sentieristica locale - carta Tabacco 012.

 


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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini


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