Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
46%
 
 

Preparazione fisica: 70.04 %

 
Area: Strada della Val Chialedina da Cellino di sopra Prov: PN  AR  Media
 
 Lunghezza: 12.9 Km  Temp. Calcolato: 6:05 h
 Dislivello: 1186 m  Vel. Calcolata: 2.1 Km/h
 Salita: 1161 m  Alt. massima: 1692 m
 Discesa: 1161 m  Alt. minima: 506 m

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Il Monte Provagna sovrasta il paese di Cellino di sopra, ed è raggiungibile per il versante Nord tramite la strada aperta al traffico auto che si prende proprio da Cellino di sopra.

Non avendo un fuoristrada ho preferito parcheggiare a Cellino all’imbocco della strada in parte sterrata ed in parte asfaltata coincidente col sentiero CAI 965 che collega Cellino al Passo di Valbona dal quale poi attacca la via normale al Col Nudo. La strada si addentra all’interno della Val Chialedina seguendo il greto del torrente Chialedina.

Dopo circa 20/30 minuti si giunge al guado che si passa proseguendo su un tratto asfaltato. Dopo altri 30 minuti sull’asfalto (ghiacciato date le temperature sottozero e lo scarso o assente soleggiamento) si arriva ad un cartello col segnavia CAI 969 sul lato sinistro che prendo in direzione Forcella Giaveit con i tempi di ore 2:30.

Il sentiero inizia in salita su un leggero strato di neve sopra fogliame sul lato sinistro di un greto di scolo. Dopo poco il sentiero sale in maniera più decisa in mezzo al bosco, passa accanto ad una piccola grotta e si inerpica sempre più ripidamente e sempre più innevato.

Aspetto per mettere su i ramponi e proseguo seguendo il versante Nord del Monte la cui cima mi sembra di intravvedere illuminata dai raggi di sole ma in realtà quella che vedo sarà solo un’anticima. Dopo una lunga salita nella fitta boscaglia il sentiero raggiunge un cartello in legno con la scritta ”Provagna ” sul lato sinistro.

Prendo la traccia comunque accompagnata dai segnavia CAI bianco rossi mentre aumenta la pendenza ed anche lo strato di neve per fortuna farinosa e tenera ma anche scivolosa. Il sentiero sale a tornanti raggiunge uno spigolo esposto sui verdi sottostanti e volta seguendo una linea che sale di quota in mezzo ai mughi che d’ora in avanti saranno predominanti.

Mi rendo conto che non posso più proseguire senza ramponi e quindi mi fermo su un tratto aperto e li metto su. Non è che i ramponi mi evitino di scivolare in quanto lo strato di neve ora è di circa 15 cm e copre completamente il sentiero. Non vedendo i rari segnavia sbaglio spesso percorso e sono costretto a tornare indietro fino a ritrovare la traccia.

Per fortuna qualcuno mi ha preceduto e quindi seguo le profonde orme sulla neve fresca. L’ultimo tratto prima di un cartello con segnavia CAI mi consuma parecchie energie dato che è ripido e scivoloso. Infine arrivo al cartello e mi risollevo in quanto indica i tempi di 20 minuti per la cima del Provagna.

Nel frattempo il sole che fino a poco prima era nascosto dietro le creste rocciose del Col Nudo è finalmente apparso. Proseguo quindi sul lato sinistro seguendo la traccia indicata dal cartello. Si sale ancora fino ad un pulpito che poi divalla e scende ad una forcella molto lunga che segna la divaricazione tra il Provagna (diritto davanti) ed un altro monte sul lato destro che potrebbe essere il Castel, ma non vi sono cartelli indicativi anche se identifico una traccia di salita.

Decido comunque di proseguire per il Provagna e quindi superata la forcella il sentiero sale sulla erbosa e solare cresta sulla quale la neve è parzialmente sciolta. Dopo 15 minuti mi illudo di essere sulla cima invece è solo l’anticima, per la cima vera e propria identificata da un croce di bastoncini altri 5 minuti di cammino sull’ampia cresta.

Finalmente in cima! (q. 1696 mt. ) Il panorama è da brividi Si distingue un teatro di cime altissime tra le quali spicca il Duranno frontalmente ed il Col Nudo sul retro. Il sole sta già sparendo per cui mi affretto a fare foto e riprese. Ci sono due persone col cane che ripartono mentre mi godo gli ultimi minuti di spettacolare e inaspettata bellezza di questa cima.

Dopo velocissimo caffè e 4 quadratini di cioccolata metto la firma sul libretto di vetta e mi preparo a scendere. La discesa si rivelerà più complicata della salita con 5 o 6 scivolate nella neve, per fortuna senza danni fisici e senza rotolare dal pendio. Mi devo fermare più volte per sistemare i ramponi che si disallineano dalla suola dello scarpone.

Dopo circa un’ora e trenta sono sulla strada, sono le 15:30 e devo rifarmi un’ora di cammino per tornare a Cellino con una temperatura vicina allo zero. Quando arrivo all’auto sono le 16:30 e la temperatura è meno tre gradi. Escursione faticosa resa difficile dalla presenza di neve fresca lungo quasi tutto il percorso.

Assolutamente necessari i ramponi nella stagione invernale. Se si vuole evitare un’ora di cammino all’andata ed un’ora al ritorno sulla strada che sale la Val Chialedina da Cellino è necessaria un’auto adatta al fondo stradale con gomme in grado di passare sopra strati di ghiaccio.

Carta Tabacco 021 Dolomiti di sinistra Piave.


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Fotografie e Itinerario di Roberto Antonel


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