Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
53%
 
 

Preparazione fisica: 93.25 %

 
Area: Chiusaforte Prov: UD  AR+anello  Media
 
 Lunghezza: 16.1 Km  Temp. Calcolato: 8:20 h
 Dislivello: 1164 m  Vel. Calcolata: 1.9 Km/h
 Salita: 1690 m  Alt. massima: 1529 m
 Discesa: 1690 m  Alt. minima: 365 m

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Durante la Grande Guerra, Chiusaforte ebbe un notevole ruolo nell’ambito delle fortificazioni italiane e degli osservatori, uno di questi osservatori era posto sulla cima del monte Plananizza che andiamo a visitare.

L’itinerario inizia dal paese di Chiusaforte nel Canale del Ferro. Per giungere a Chiusaforte da quasi tutte le direzioni possiamo seguire la SS13 o utilizzare l'autostrada A23 con uscita CARNIA/TOLMEZZO. Usciti dal casello alla rotonda prendiamo la seconda uscita direzione TARVISIO SS13. Superato l'abitato di Amaro e passato il ponte sul fiume Fella (seguire la deviazione) ci immettiamo nella SS52.

Seguendo sempre direzione TARVISIO ci immettiamo sulla SS13, superiamo i paesi di Resiutta e Villanova ed entriamo Chiusaforte in Via Roma. Dopo 50m svoltiamo a destra in Via Attilio Ruffi, passiamo il sottopassaggio e subito sulla sinistra troviamo il parcheggio.

Partiamo per la nostra escursione facendo a ritroso il sottopassaggio e subito sulla destra una scalinata e un breve tratto ci riporta su Via Roma dove giriamo a destra. Dopo 170m (tra i civici 55 e 57) sulla sinistra parte un sentiero in salita che ci porta alla Ciclovia Alpe Adria.

Giriamo a destra e percorso il nastro d’asfalto per circa un centinaio di metri lo si abbandona quando si intercetta sulla sinistra il sentiero CAI 425 costruito con muretti a secco.

Anticamente il centro abitato prese il nome dalla “Chiusa/Scluse” che poco più a monte stringeva il passaggio del torrente Fella. Vista la peculiarità naturale il luogo fu adibito a dogana, al passaggio della quale erano imposti i dazi sulle merci e sul transito della gente. 

Il vicino forte di Col Badin, assieme al forte di Monte Festa, fu tra i pochi a prestare opera difensiva seppur in maniera ridotta durante la ritirata da Caporetto. La sua funzione era, di concerto con le altre postazioni in caverna del territorio rimaste attive, di cannoneggiare e rallentare l’avanzata nemica.

Per raggiungere questo scopo necessitavano osservatori di alta quota che fornissero indicazioni ai più bassi forti sulla correzione del tiro dei pezzi di artiglieria. Il nostro percorso compie un giro completo del gruppo montuoso a nord del paese su un’ardita mulattiera militare che include, con una breve deviazione, la salita alla cima del monte Plananizza presso il quale rimangono resti evidenti di un presidio militare destinato ad osservatorio. 

In breve si oltrepassa la deviazione per Raunis addentrandosi nella valle che conduce fino alla sella in loc. Patok a 1140m. E’ importante osservare sin da subito la notevole traccia della mulattiera ancora molto evidente. Presso la loc Patok si devia sul CAI 426 costeggiando a est e a sud le strapiombanti pareti del Plananizza. Qui si presenta ancora integra l’ardita mulattiera, che si può ammirare in tutta la sua completezza.

Si giunge a quota 1386m presso una depressione tra Plananizza e Colle Nuarzis. Da qui si imbocca sulla destra una traccia in salita (indicazioni Palananizza e Agar da li Tais) che dopo breve riporta alla mulattiera militare che nel frattempo ha girato il sul versante ovest e nord ovest del Plananizza.

A quota 1344 si deve fare attenzione ad una rampa che si stacca sulla destra e sale il fianco ovest del monte. I passaggi in questo punto sono un po’ confusi a causa di cali di piccoli cedimenti. La traccia comunque rimane sempre visibile. In un tratto più pendente il tracciato della mulattiera sfrutta passaggi sotto bosco per poi ricollegarsi più in altro presso una fitta mugheta entro la quale si riprende il tracciato.

Sotto la cima la mulattiera si fa spazio tra i mughi proseguendo dritta. Da qui già si intravedono le installazioni sulla cima (antenne protezione Civile). Giunti alla panoramicissima vetta, a quota 1544m, si possono osservare in basso sulla sinistra i resti del presidio militare italiano del quale si è già parlato.

Il panorama dalla cima è completo, a Nord si osservano tutti i contrafforti del gruppo che termina con lo Zuc dal Bor (dal Montusel, Cozzarel e Cima del Zuc); sopra il tracciato del Canal del Ferro in primo piano il Clap Forat anch’esso adibito a osservatorio militare nella stessa linea; poco oltre, lo Jof di Dogna, lo Schenone e a seguire la cresta che conduce fino al Miezegnot. Queste vette facevano parte della prima linea difensiva.

Dietro a questo gruppo svetta sontuoso il Montasio. Avanti a noi verso est sudest vediamo in primo piano il monte Sart, che anticipa il gruppo del Canin; procedendo verso sud si riconoscono bene le Babe, con il passo e la cresta del monte Guarda che pian piano verso sud si confonde con le nevi delle pareti nord dei Musi.

Ripreso il sentiero fino a quota 1344 si volta a destra su mulattiera sotto bosco fino agli Stavoli di Sopra a quota 1340m. Dopo aver ricevuto importanti info dal proprietario degli stavoli riguardo la discesa lungo il sentiero 425/a ci incamminiamo verso il fondovalle ancora su traccia di mulattiera.

Il sentiero scende velocemente verso i 1000m, pervenendo ad un tratto completamente scomparso e costringendo il cammino sull’alveo del torrente con l’ausilio dei pochi ometti di pietra rimasti. Dopo ca 200 metri di alveo la traccia risale sulla sinistra. Lo si nota da un ometto e un segnale CAI che riporta l’attenzione sul tracciato spostatosi sulla sinistra orografica.

Tra sali e scendi il percorso sulla mulattiera militare si esaurisce in circa 2,5 ore transitando molto in quota sopra il forte di Col Badin. Le pareti sono collocate alle spalle del borgo di Villanova e di Chiusaforte.

Data la tanta vegetazione siamo rimasti piacevolmente stupiti nel notare che sotto il bosco ci fosse ancora il tracciato costruito all’epoca.

Esso transita a circa 600 metri di quota (su fondo valle da 370 circa) per tutto il tempo, abbassandosi vicino a Chiusaforte solo alla fine. Al termine si riprende il tracciato intrapreso la mattina fino al parcheggio. 


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Fotografie e Itinerario di Fabio


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