Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
62%
 
 

Preparazione fisica: 74.26 %

 
Area: Cadramazzo-Chiusaforte Prov: UD  AR  Medio Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 11.2 Km  Temp. Calcolato: 6:35 h
 Dislivello: 1094 m  Vel. Calcolata: 1.7 Km/h
 Salita: 1345 m  Alt. massima: 1490 m
 Discesa: 1345 m  Alt. minima: 396 m

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Cuel de la Bareta da Cadramazzo. 

La cima Cuel de la Bareta chiude l'estremità nord ovest del gruppo montuoso del Cimone e domina il Canal del Ferro e la Val Dogna, per questo motivo durante la Grande Guerra la sua vetta è stata resa accessibile mediante mulattiere militari. Nonostante la quota non particolarmente elevata (1522 m), il Cuel de la Bareta offre un ampio e piacevole panorama sulle cime che lo circondano. Il suo nome deriva dal vocabolo friulano barèta, termine comune per indicare la fusaggine; questo arbusto, che cresce in prossimità della cima, produce un frutto la cui forma assomiglia al copricapo dei prelati.

Ecco spiegata l'origine del nome. Il sentiero, CAI 619, che conduce alla vetta, sale lungo gli impervi versanti del monte, immerso in paesaggi boscosi e selvaggi. Il percorso è suggestivo e si sviluppa, in parte, sopra vertiginose pareti. La salita a volte si presenta ripida mentre in altri tratti si appiana. La via che porta alla cima segue un tracciato sempre evidente e a volte richiede un passo sicuro in quanto il sentiero risulta un pò esposto. Il punto più critico da superare è quello che prevede il passaggio in un canalone interessato da un ampio franamento; qui la traccia si fa esile, precaria e ripida.

I panorami si fanno desiderare ma l'arrivo in vetta ripaga ampiamente l'attesa con una vista che spazia a 360° su tutte le cime circostanti. Da segnalare, lungo il percorso, la presenza di alcuni schianti, comunque superabili senza particolari difficoltà. Nella parte terminale della salita si giunge presso un'imponente costruzione datata 1917: la teleferica che dalla sponda destra del Fella, in prossimità di Cadramazzo, saliva sul Cuel de la Bareta; purtroppo questa struttura subì danni irreparabili poco dopo la messa in esercizio.

Vista la posizione strategica del monte, nel 1916 l'esercito italiano realizzò sulla sommità del Cuel de la Bareta: ricoveri, caverne per le munizioni, posti di vedetta, piattaforme all'aperto e le grotte delle cannoniere che traforano la cima. Per raggiungere l'attacco del sentiero è necessario parcheggiare in un ampio spiazzo che si trova lungo la strada statale che risale il Canal del Ferro. Superati l'abitato di Chiusaforte e la successiva galleria ci si ritrova a percorrere un rettilineo: l'area di parcheggio è posizionata a sinistra (400 metri - coordinate GPS 46.426185, 13.316313).

Lasciata l'auto bisogna attraversare la strada statale, percorrere il ponte pedonale costruito sul fiume Fella, passare sotto il viadotto autostradale e seguire il sentiero che, per un tratto, costeggia l'area di sosta della A23. Durante questi primi minuti di cammino si è purtroppo spettatori dell'inciviltà umana; ci si trova costretti a camminare tra parecchi rifiuti abbandonati da irrispettosi automobilisti e camionisti durante la loro permanenza nel parcheggio dell'autostrada. Superata in breve questa zona si giunge al piccolo borgo Cadramazzo, ormai abbandonato.

Nei pressi delle vecchie case, in parte diroccate, è stato posizionato un cartello con le indicazioni per il Cuel de la Bareta. In questo punto il sentiero piega deciso a sinistra, passa sotto al ponte della pista ciclabile e conduce infine sulla ciclovia stessa. Il tragitto pedonale da seguire per raggiungere la vetta continua subito a sinistra, in salita nel bosco, ed è evidenziato dalla presenza di segni rossi e bianco - rossi su alcuni alberi e su un masso. Il percorso prosegue sempre evidente e ben battuto fino a giungere ad una ancona votiva che va superata, lasciandola sulla destra, fino ad arrivare in breve ad un tratto piuttosto ripido caratterizzato da gradini di cemento parzialmente sbriciolati.

A quota 1000 m circa è possibile notare, a sinistra, la vasta apertura di un antro roccioso in cui sono presenti i resti di una costruzione militare, punto strategico di osservazione sul sottostante Canal del Ferro. Lungo il sentiero, che prosegue dopo la cavità appena descritta e che va percorso lungamente fino alla cima, s'incontrano due bivi, opportunamente segnalati, nei quali è necessario tenere la sinistra. L'arrivo in vetta gratifica immensamente lo sguardo e ripaga la fatica fatta con un'ampia vista su: la catena dei Musi, il Lavara ed il Plauris, i monti dell'Alta Via CAI di Moggio e quelli della Val Dogna, il gruppo del Montasio.

Presente sulla cima un accogliente tavolo e due panche di legno. Il percorso in discesa segue quello fatto in salita. Una volta giunti nuovamente sulla ciclabile, prima di fare ritorno all'auto, è possibile percorrere un brevissimo tratto lungo la ciclovia, in direzione Chiusaforte, fino a giungere ad un vecchio casello con disegnato un grande gatto nero. In questo punto, accanto ad un tavolo, posizionato a sinistra, si stacca un sentiero che brevemente sale per poi cominciare a scendere deciso sul greto del rio Cadramazzo nei pressi di un'imponente cascata. Questa breve e meritevole deviazione permette di godere di un notevole spettacolo concesso dalla natura.


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Fotografie e Itinerario di Francesca Franz


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