Quest’anno non avevo ancora fatto una ferrata. Decido in questa splendida giornata autunnale del 2 novembre di salire sul Monte Cimone dai piani di Montasio.
Da Sella Nevea raggiungo l’altopiano di Montasio e parcheggio prima del divieto, ex L. R. 15/91, presso un albero alla fine del parcheggio pubblico. Da lì mi dirigo alla malga Montasio che è attualmente chiusa (quota 1517 metri). Dalla malga scendo pochi metri e mi immetto in una carrareccia che coincide con il sentiero CAI 621 e lo seguo verso destra. Il sentiero/carrareccia largo e sostanzialmente pianeggiante contorna all’interno del bosco la base della superiore fascia rocciosa dei monti Curtissons e Zabus (non visibili dal sentiero).
Dopo circa 30 minuti la carrareccia si restringe e diviene un semplice sentiero che prosegue ancora nel bosco. Dopo ulteriori 15 minuti di facile cammino arrivo ad un bivio segnalato e prendo a destra il sentiero CAI 640 diretto alla Forca di Vandul (quota 1986 metri). Il sentiero sale a tornanti su erba e poi erba mista a sassi. Dopo 45 minuti arrivo alla Forca di Vandul che verso destra precipita nel vuoto mentre a sinistra sale ancora fino alla base delle rocce dove un cartello del CAI avverte ”percorso impegnativo ”.
Dopo 10 metri dal cartello ci si inerpica su una ferrata abbastanza appoggiata in parte su fittoni ed in parte su rocce. Indosso l’imbrago, il set da ferrata ed il caschetto e procedo sulla verticale del cavo teso. Sono in totale 4 tratti per circa 50 metri in totale esposizione. Dopo circa 30 minuti la ferrata termina su un tratto orizzontale ma sempre esposto. Proseguo sul sentiero che sale abbastanza ripidamente fino a raggiungere una quota superiore che coincide con l’erbosa linea di cresta. Dopo ulteriori 15 minuti di facile cresta arrivo sopra il bivacco fisso Sandro del Torso (quota 2100 metri).
Non scendo al bivacco ma proseguo sempre sul sentiero CAI 640 fino ad un cartello del CAI che avverte l’inagibilità del sentiero 640F coincidente con la ferrata Norina, diretto al Bivacco CAI di Cividale. Quindi mi tengo a sinistra e scendo alla Forca de la Viene ove incrocio il sentiero CAI 641 proveniente da Chiout Calì (quota della Forca 2121 metri). Dalla Forca proseguo in ripida salita sulla cresta verso la cima del Monte Cimone.
Una stupenda popolazione di stambecchi mi segue lungo il percorso. La salita per cresta erbosa richiede in alcuni tratti l’uso delle mani (primo grado). Dopo ulteriori 40 minuti di faticosa salita arrivo infine sulle vetta del Monte Cimone ove è presente una teca con madonnina (quota 2379 metri). Il panorama è immenso, la cima è solare priva di alberazione e lo sguardo spazia a 360 gradi verso la catena del Montasio, verso il Canin e verso tutte le cime dolomitiche poste a Nord e verso le Alpi Giulie.
Dopo il necessario ristoro e 30 minuti di sosta per recuperare le forze scendo per la stessa via fatta all’andata mentre per tutta cresta fino alla Forca de la Viene sono accompagnato da 2 stambecchi (mamma e figlia). Ho impiegato 3,45 ore per la salita e e 3,10 ore per la discesa. Arrivo alla macchina che è ormai buio ma sono ampiamente appagato. Carta Tabacco 018 1: 25000.