Torno volentieri in Val Cimoliana adesso che la neve sta lentamente sparendo.
Da Cimolais percorro la strada parzialmente asfaltata per il Rifugio Pordenone (q. 1749 mt. ). Sotto al Rifugio parcheggio sulle aree dedicate e prendo subito il sentiero CAI 361 diretto alla Casera Meluzzo e poi al bivio per la Casera Valmenon (o Valbinon).
Al bivio volto a sinistra sempre sul 361 che prima attraversa il greto secco del Rio Valmenon poi si porta sul lato orografico destro del Rio e attraversata una boscaglia giunge ad un trivio con cartelli ovi si prosegue sempre diritti sul 361 fino a giungere, dopo un’ora e mezza dal parcheggio, alla Casera Valmenon in una splendida posizione (q.1778 mt. ).
Alle spalle della casera proseguo cambiando sentiero, non più 361 bensì 369 diretto al Passo Lavinal. Arrivo così in un’altra splendida vallata con una platea di genziane (troi dai sclops! ) fino ad un bivio ove si volta a sinistra prendendo il sentiero CAI 367 diretto al Passo Lavinal.
Il sentiero attraversa il prato ove sorge il ricovero Camporos e prosegue fino al Passo Lavinal (q. 1972 mt) ove una gigantesca croce domina la Val Lavinal. Scendo dal Passo su un tratto di sentiero eroso e malmesso ma dopo appena 5 minuti mi accorgo che devo abbandonare il sentiero CAI per scendere a destra verso uno spiazzo ove ho intravisto un gigantesco ometto sopra un sassone.
Qui infatti inizia la traccia segnata da ometti e bolli rossi che attraversa obliquamente e trasversalmente l’enorme ghiaione del Lavinal. La traccia lo risale fino alla base delle rocce sommitali e contornata a destra una parete di roccia sale adesso più ripidamente su tornanti nei quali è preferibile aggrapparsi alle rocce di destra oppure alla provvidenziale fila di mughi sul lato sinistro per non scivolare sull’esposto ghiaione sottostante.
In questo modo dopo un’ora dall’attacco arrivo in vetta ove sulla sinistra più in basso dopo una breve crestina è eretta una croce con libro firme. Panorama stupendo verso Forni di Sopra e verso tutte le cime della Val Lavinal. Dopo meritata sosta scendo tornando a ritroso al Passo Lavinal e da questo al Bivio con sentiero CAI 369 ove, invece di tornare per Valmenon, volto a sinistra con direzione Forcella Val di Brica (q.2088 mt. ).
Dalla forcella posta a cavallo tra la apparentemente facile Cima Valmenon (q. 2235 mt) e la cima del Crodon di Brica (q. 2243 mt. ) il panorama è stupendo forse addirittura migliore di quello del Cimacuta. Dopo sosta e foto scendo sul sentiero CAI 369 con direzione Forcella dell’Inferno ma dopo 30 minuti di discesa, superati alcuni tratti innevati, mi immetto sulla destra sul sentiero CAI 379 diretto al Ricovero Cason di Brica (q.1745 mt. ).
Qui all’incrocio tra i due sentieri uno stambecco sta ruminando indifferente al nostro passaggio ed approfitto per fotografarlo. Scendo sul 379 superando inizialmente un rado bosco di mughi e larici, poi il Ricovero Cason di Brica, poi un ghiaione ed infine un bosco di betulle prima di giungere dopo un’ora e trenta di ripida discesa al trivio che incrocia il sentiero CAI 361 fatto all’andata.
Stavolta lo percorro in senso contrario voltando quindi a sinistra e dopo un’altra ora di cammino supero il bivio con il sentiero CAI 362 voltando a destra sempre sul CAI 361 ed arrivo a Casera Meluzzo e poi al parcheggio. Guardo l’orologio e mi rendo conto di aver camminato per oltre 9 ore, dalle 8, 30 alle 18, 00.
Per oggi può bastare!.