Difficoltà Tecnica
?  
  Difficoltà Fisica
Pendenza max:
 
  Dislivello
Lunghezza
 
  Coef. Totale
77%
 
 

Preparazione fisica: 82.14 %

 
Area: Claut - frazione Lesis Prov: PN  AR  Difficile
  Tratti Esposti: SI
 Lunghezza: 15.2 Km  Temp. Calcolato: 6:50 h
 Dislivello: 1348 m  Vel. Calcolata: 2.2 Km/h
 Salita: 1417 m  Alt. massima: 1996 m
 Discesa: 1417 m  Alt. minima: 648 m

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Monte Colon dal Rifugio Pradut

Era molto tempo che volevo tornare a Claut, ameno paese di montagna lungamente frequentato negli anni passati soprattutto in Val Settimana.

Stavolta ultimo giorno di novembre decido di tornare al rifugio Pradut (quota 1431 metri). Mi sono informato dal Comune sul pagamento del parcheggio in località Lesis e mi hanno detto che fino al 15 dicembre non si paga. Quindi arrivo a Lesis, attraverso il ponte e parcheggio poco dopo in un ampio piazzale (quota 650 metri). Di fronte al parcheggio sale il sentiero CAI 960A diretto al rifugio Pradut (quota 1431 metri).

Il sentiero facile e privo di esposizione attraversa ripetutamente la strada asfaltata anch’essa diretta al Pradut. Tramite il sentiero 960A arrivo al rifugio in un’ora e trenta. Supero il rifugio proseguendo sulla pista forestale coincidente con il sentiero CAI 960 ma dopo 20 minuti arrivo ad un bivio ove sulla sinistra parte il sentiero CAI 961 diretto a Forcella Baldass e Casera Colciavas. Il sentiero attraversa un bel bosco di larici e sale ripidamente fino ad incontrare le prime tracce di neve e ghiaccio.

Proseguo fino ad una prima forcella ove abbandono il sentiero CAI 961 che prosegue a sinistra per immettermi invece diritto su una traccia bollinata in rosso che sale verso le creste dei Monti Resettum e Colon (primo cartello). Dopo altri trenta minuti e dopo circa un’ora e trenta dal rifugio arrivo ad una successiva diramazione (quota 1479 metri) che segna la diversificazione tra la traccia per il Resettum verso destra e quella per il Colon che seguo invece a sinistra (secondo cartello).

La traccia bollinata prosegue in ripida salita prima su erba e poi attraversa pietroni instabili per poi salire di quota fino ad un pulpito erboso ove la traccia sembra scomparsa. Invece osservo meglio e noto i bolli rossi più in basso presso una conca sassosa perdendo quota. Facendo attenzione a seguire la traccia su un leggero strato di neve ghiacciata arrivo infine ad una forcella esposta che sulla carta Tabacco 021 è denominata Forcia Bassa.

Dalla Forcia Bassa è ormai ben visibile tutta la parete Nord del Colon e quella Sud che precipita verticalmente. La traccia bollinata prosegue ora oltre la forcella ed inizia a salire di quota prima su erba e poi dopo 20 minuti inizia ad attraversare pietroni instabili e sfasciumi aumentando di pendenza. Fortunatamente tutta la parete è esposta ai raggi solari e quindi qui non mi servono i ramponi.

Invece i bolli rossi non sono così visibili e dovrò stare attento specialmente in discesa a ritrovarli onde evitare gli esposti salti di roccia. Dopo circa altri 30 minuti di faticosa salita sulla traccia che spesso sbaglio costringendomi a tornare indietro per individuare quella giusta, arrivo infine sulla erbosa cresta di vetta ove però non è il caso di sporgersi troppo vista la verticalità della parete opposta a quella di salita.

La cima è contrassegnata da una pila di sassi con una roccia di grosse dimensioni sopra i sassi. Il panorama è eccezionale in ogni direzione verso la balconata delle vette della Val Settimana e Val Cimoliana, verso la catena del Raut e verso la lunga cresta che congiunge il Monte Fratte al Resettum ed al Colon. Dalla parte opposta è ben visibile il lago di Barcis (asciutto) e le cime di altitudine inferiore che costellano la Val Cellina.

Ampiamente appagato e remunerato dallo spettacolare panorama, bevo caffè mangio un pò di marmellata e riparto subito, sono già le 13 ed il sole sta già iniziando a calare e devo affrontare una non semplice e lunga discesa. Ritorno al parcheggio alle 17 quando è ormai buio e trovo i vetri dell’auto ghiacciati. Questo itinerario è diviso in due parti: la prima fino al rifugio Pradut è per tutti. La seconda parte dal rifugio al Colon è per escursionisti esperti muniti di ramponi in caso di neve e ghiaccio.

E’inoltre richiesta attitudine e resistenza fisica e capacità di percorrere sentieri bollinati spesso sbiaditi e mancanti in zone selvagge poco o per nulla frequentate. Il rifugio Pradut apre nel fine settimana dell’Immacolata e durante il periodo delle feste natalizie. Il numero di telefono del gestore è 3458289307 Carta Tabacco 021 -scala 1: 25000.


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Fotografie e Itinerario di Roberto Antonel


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