Risalendo da Tolmezzo la valle del But, circa tre km dopo Paluzza all’altezza del ponte di Cleulis, seguire a destra le indicazioni per la foresta di Pramosio. Promosio è il nome originario ripristinato dalla regione nel 2022.
Proseguire diritti fino ad un evidente bivio dopo le ultime case del paese dove si lascia l’automezzo (m 855), grande cartello dedicato alla mulattiera storica di Pramosio, (CAI n.403).
In fondo al parcheggio, non molto visibile in quanto la vegetazione è rigogliosa, si trova l’imbocco del sentiero CAI 403. Il sentiero è abbastanza agevole anche se a volte la pendenza è accentuata; bisogna fare molta attenzione quando il sentiero sbuca sulla strada, a volte si rischia di perderlo, sempre a causa della vegetazione.
L’ alternativa al sentiero è la mulattiera/strada sterrata, pendenza più lieve e quindi agevole e percorribile da tutti; unico inconveniente le auto che passando alzano un gran polverone. Il sentiero si sviluppa nella Foresta di Pramosio ombreggiato da alberi alti e imponenti, piacevole e rilassante e non presenta difficoltà importanti. Nel dubbio, quando non si vede bene l’imbocco del sentiero si può sempre optare per la strada e non perderemo mai la via. Per l’ultimo tratto è preferibile seguire la strada anche se c’è un sentiero che però ci fa allungare il percorso.
Salendo il panorama che si intravede tra gli alti alberi è molto bello, Creta di Collina, Rifugio Marinelli , Gamspiz, Monte tenchia e Zoncolan, abitato di Timau in fondo alla stretta valle. Usciti dalla foresta il percorso inizia a farsi quasi pianeggiante, siamo nella conca di Pramosio; la malga (m. 1521) è molto accogliente, i malgari disponibili e simpatici. Merita una sosta per un bicchiere di latte fresco e per gustare le specialità dei prodotti.
All’ingresso della malga, sulla destra si può vedere un sentiero/strada sterrata che, dopo un centinaio di metri ci indica il percorso per la malga di Pramosio alta (m. 1940) e laghetto Avostanis . Si prosegue per un tratto non molto pendente (CAI 402); al piazzale che ci troviamo davanti si prosegue a sinistra sempre su sterrato e dopo poche decine di metri si vede a sinistra (palizzata in legno) un sentiero della memoria; qui il 15 febbraio 1916 venne ferita a morte la portatrice carnica Maria Plozner Mentil e un brivido percorre la schiena al pensiero di questa donna in un freddo febbraio su questi monti.
Dopo una doverosa sosta di commemorazione, il sentiero prosegue e ci porta davanti al Rifugio Morgante e Casera Malpasso (m. 1620). A lato della bellissima fontana prosegue il sentiero che sale sotto una parete rocciosa e ci riporta sui pascoli e sulla strada sterrata/cementata che a volte ha una pendenza abbastanza importante alternata da tratti pianeggianti che ci danno sollievo. I rododendri in fiore e i piccoli ruscelli alleviano la fatica della salita donandoci la loro incantevole bellezza. Intravediamo la Casera delle Manze ma a destra una breve deviazione ci porta al cippo di confine Italo/Austriaco datato 1920, da qui intravediamo le verdeggianti vallate austriache ricche di boschi rigogliosi.
Riprendiamo il sentiero che dopo breve salita ci porta alla Casera delle Manze (m.1820). Un pezzo di sterrato pianeggiante ci permette di riposare un po’ fino ad arrivare a un guado dove la salita riprende e in poco tempo ci porterà al bellissimo laghetto. Lungo la salita a sinistra si può ammirare la valle del But , abitati di Cleulis, Paluzza e Sutrio, ben visibile anche da qui il comprensorio dello Zoncolan.
Un’ultima ripida salita con alcuni tornanti ci porta a un bivio dove dobbiamo tenere la destra e dopo poche centinaia di metri arriviamo al bellissimo Laghetto Avostanis e Casera Pramosio alta (m1940).
Il laghetto è di origine glaciale e si trova alla base della parete strapiombante che viene utilizzata come palestra di roccia. Dal laghetto per chi vuole si può proseguire a destra e salire a Sella Avostanis (quota 2012 m) nei pressi del quale si possono trovare numerosi resti di postazioni della prima guerra mondiale.
Il ritorno avviene lungo il medesimo tracciato di salita con sosta obbligatoria alla malga per un meritato assaggio di prodotti tipici carnici.